Carcinoma Anale
Il carcinoma dell’ano o Carcinoma Anale è relativamente poco frequente e rappresenta circa il 3% di tutti i tumori del grosso intestino.

L'età media della diagnosi
L’età media della diagnosi è di 60 anni è l’incidenza aumenta progressivamente con l’aumentare dell’età. Tuttavia l’eziologia è multifattoriale, frutto di complesse interazioni genetiche e comportamentali.
Fattori di rischio
Fattori di rischio riconosciuti sono i rapporti anali, promiscuità tra i partners ed omosessualità maschile.
Cause Carcinoma Anale
Agenti trasmissibili per via sessuale come il papilloma virus, e il virus del HIV hanno un ruolo eziologico nell’insorgenza di tumori spinocellulari della regione anogenitale.
Benché non via sia uniformità di vedute, condizioni benigne come fistole o emorroidi non devono essere considerati fattori predisponenti.
Sintomi Carcinoma dell'ano
La presentazione clinica di questa patologia è usualmente accompagnata da una lunga storia di sintomi rappresentati da:
- sanguinamento anale
- irritazione anale
- prurito
- essudazione siero-ematica.
L’aspetto può essere quello di una lesione ulcerata o di una vegetazione verrucosa, pigmentata o meno. Infatti, molti di questi sintomi possono essere attribuiti a condizioni benigne che spesso coesistono con il tumore, ritardando la diagnosi.
Il carcinoma anale può aver già coinvolto gli sfinteri anali fino al 90% dei casi alla prima presentazione.
Diagnosi carcinoma anale
La valutazione clinica e strumentale deve stabilire il grado di estensione del tumore.
Esami indispensabili per chiarire l’esatta estensione della malattia sono rappresentati da una Rettosigmoidoscopia che permette, tra l’altro, di definire la sede del tumore. Anche in relazione alla linea dentata e consente l’effettuazione di biopsie multiple.
L’ecografia trans-anale, la T.C. Addome con m.d.c. e una valutazione uro-ginecologica, rappresentano indagini indispensabili prima di qualsiasi atto terapeutico.
Intervento carcinoma anale
L’intervento chirurgico demolitivo, rappresentato dalla amputazione addomino-perineale porta alla perdita definitiva della funzione ano-rattale con colostomia permanente.
La sopravvivenza a 5 anni è in media del 50%, con un’alta incidenza di recidive locali.
L’alternativa è costituita dal trattamento radiante radicale ed è caratterizzato da una sopravvivenza a 5 anni dell’ordine del 65%.
Tuttavia è gravata da una tossicità importante per la particolare predisposizione alla radionecrosi dei tessuti perianale e perineali.
Al fine di diminuire la dose totale di radioterapia è stato messo a punto un protocollo combinato radio-chemioterapia.
Tale associazione si è dimostrata capace di indurre una remissione completa dei sintomi in un elevato numero di pazienti.
Dunque, attualmente, l’amputazione addomino-perineale è riservata al trattamento della malattia residua, della recidiva locale o delle complicanze insorgenti dopo radio-chemioterapia.

Dott. Luca Bordoni Proctologo
Chirugo Generale Esperto in Proctologia e Pelviperineologia.